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camillo antona-traversi | 167 |
rasse da certi vani toscanesimi, sarebbe l’uomo atto a far ciò. Ora tutti gli scrittori di cose teatrali per scrivere un dialogo vivo e spontaneo, per essere veri, scrivono in dialetto e spesso hanno applausi tutti regionali. Né credo che a formare la lingua pel teatro occorra una evoluzione lunga. Un uomo occorrerebbe che facesse pel dramma quel che Gabriele d’Annunzio ha fatto pel romanzo. Ché la lingua (e ciò è anche fuori di Italia) è in verità differente nel teatro e nel romanzo. Siete mai riescito a leggere La Biondina di Marco Praga?
— Ditemi qualche cosa su i concorsi a premio che con complicati regolamenti il Ministero della pubblica istruzione bandisce ogni anno.
— Io penso che sono inutili intellettualmente ed economicamente. L’arte governativa anzi è dannosa.
Era presente Sabatino Lopez il quale si oppose dicendo:
— Io penso che, se fossero biennali, avrebbero un migliore effetto.