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164 | camillo antona-traversi |
parlando generalmente, dirvi che sono pessimi. I pochi buoni non hanno intelligenza nello scegliere il dramma come ne hanno nel rappresentarlo. Del resto si circondano sempre di mediocrità. Ma non posso fare nomi.
— Bene, chiudiamo la parentesi. Voi, a preferenza d’altri, mostrate di pensare, prima di scrivere un dramma, a un’idea che lo informi tutto, a una tesi...
— Tesi? No, mai. Scopo, se volete.
— Non è la stessa cosa?
— No, chè, quando appare la tesi, l’autore deve parteggiare: se l’idea centrale è solo scopo al dramma, l’autore espone, il pubblico conclude. Dunque un pensiero è necessario nel dramma, perchè il teatro ha sul pubblico un’efficacia più diretta del romanzo, un’impressione più immediata e violenta e malamente evitabile. Badate bene: io non dico con ciò che il teatro sia una forma d’arte superiore al romanzo
— Questo pensa Marco Praga.