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giovanni pascoli 147


— Della poesia italiana così com’è adesso che pensi?

— Penso che da molto tempo non era così fiorente. E a prova chiarissima darò il fatto che da molto tempo essa non era così sincera. Prova a guardarti addietro di qualche anno, di pochi anni, e fa il confronto! La retorica, che anche nelle poesie del Carducci è stata magna pars, ora scompare lentamente. E il più sincero tra i sinceri — ti sembrerà strano — è, per me, Gabriele d’Annunzio. Egli è il primo poeta d’Italia, adesso che Carducci non scrive più versi; e non solo è il primo poeta d’Italia, ma pochi all’estero reggono al confronto. Egli, anche nel periodo primo dell’imitazione polizianesca era sincero, perchè, essendo di temperamento molto sensuale, aveva scelto maestri di forma vivi della stessa vita sua; e li aveva scelti conscientemente e non aveva ancora venticinque anni. Del resto lo stesso studio della forma non è una forma di sensualismo estetico? Io ti dirò di più: credo che il sensualismo,