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sto non è che un misticismo querulo e retrivo, una inopportuna risurrezione delle dottrine di Cristo fatta per debolezza di mente o per ismania di finzione e d’imitazione. Io credo a questo proposito nulla essere più vacuo e più stridulo nell’accordo dei tempi nostri che l’idea e il sentimento cristiani; essi ripugnano ormai a qualunque spirito veramente moderno, e potrebbero essere una tremenda sciagura sociale e morale, quando riuscissero ad avere, sia pure per un sol giorno, una forte influenza su le anime. Il nostro dovere è dunque di combatterle ad oltranza, come si combattono quelle malattie spaventose che si comunicano per contagio e minacciano l’esistenza d’una intera popolazione. Io adopero la parola idealismo a significare due fatti: la coscienza e la curiosità che l’artista creatore ha dell’Inconoscibile, cioè di quanto s’agita oscuramente dietro le semplici apparenze; la necessità che a centro dell’opera creata sia posta un’idea eccelsa. Le preoccupazioni dello scrittore