scorgo in essa. Che cosa ci hanno dato infatti questi cinquant’anni ultimi? I manzoniani e i veristi. I primi sono già morti, ed è bene lasciarli dormire in santa pace; i secondi non furono che piccoli imitatori dei naturalisti francesi; ma, mentre questi con Emilio Zola assurgevano a una intensità simbolica potentissima, i nostri non facevano che le novelle paesane o rusticane, e fotografavano a caso gli angoli delle vie; Giovanni Verga stesso, benché sia riuscito a dare alle sue fotografie un colore e un’ampiezza di linee notevoli, non seppe creare che opere incompiute in cui sarebbe vano ricercare una qualunque sintesi o un insegnamento utile di qualsiasi genere. Né questo letargo fu per depressione economica: poco più, poco meno (e lo dico perché conosco ormai le condizioni di tutti quelli che lavorano oggi di letteratura in Italia) lo stato economico degli scrittori non è mutato. Le cause vere furono politiche: il patriottismo prima — e questo fu bene, — il parlamentarismo