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88 | federico de roberto |
abbiamo quasi vergogna di rispondere la parola fatale «letterati». Nè questo stato sarà passeggero. Io non mi occupo di socialismo, non ho potuto studiarlo ancora per quanto ne abbia un intenso desiderio; ma credo che molto tempo e molte vicende dovranno passare prima di rialzare le condizioni economiche della letteratura italiana. Anche perchè il giornalismo quotidiano, il giornalismo politico, diffuso, potente non si occupa di letteratura o di letterati; dice che ciò non interessa il pubblico, laddove il pubblico non se ne interessa appunto perché i giornali non gliene parlano. I giornalisti sorridono di compassione parlando di noi letterati e, per quanto noi li paghiamo con egual moneta, il peggior danno è il nostro. Nessuna nazione come l’Italia, ha in questo senso una stampa altrettanto indotta e codina. E questa è un’altra delle ragioni che confortano il mio pessimismo.