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viii prolegomeni

rato; e se mi si dichiareranno pessimisti, loro chiederò le cause di quel pessimismo cercando pur di intendere se essi sieno ciechi o se realmente il cielo sia tenebroso. Così troverò la verità alla sorgente, apprendendola cioè dalla bocca di quelli stessi che fan professione di scrivere. È quasi un principio di socialismo estetico: ponendo innanzi al pubblico tutti gli scrittori e le loro idee su l’arte, io sopprimo il critico intermedio e il pubblico saprà cui attenersi.

Il cómpito pareva chiaro, con un po’ di solerzia anzi di ostinazione, facile a fornirsi, moralmente lodevole e utile, e forse — per gli aneddoti, per i ritratti disegnati dal vero sopra uno sfondo vero — accetto anche a un lettore fastidiosamente profano alle disquisizioni estetiche.

E procedevo innanzi con molta fiducia.



E questa fiducia luminosa m’ha guidato per tutto il viaggio che ho compito