Nell’argenteo bacile un’onda pura
Versava, e stendea loro un liscio desco,70
Su cui la saggia dispensiera i pani
Venne ad impor bianchissimi, e di pronte
Dapi serbate generosa copia;
E d’ogni sorta carni in larghi piatti
Recò l’abile scalco, e tazze d’oro.75
Il Re, stringendo ad ambidue la mano,
Pasteggiate, lor disse, ed alla gioja
Schiudete il cor: poscia, chi siete, udremo.
De’ vostri padri non s’estinse il nome,
E da scettrati Re voi discendete.80
Piante cotali di radice vile,
Sia loco al vero, germogliar non ponno.
Detto così, l’abbrustolato tergo
Di pingue bue, che ad onor grande innanzi
Messo gli avean, d’in su la mensa tolse,85
E innanzi il mise agli ospiti, che pronte
Steser le mani all’imbandita fera.
Ma de’ cibi il desir pago, e de’ vini,
Telemaco, piegando in ver l’amico
Sì, che altri udirlo non potesse, il capo,90
Tale a lui favellò: Mira, o diletto
Dell’alma mia, figlio di Nestor, come
Di rame, argento, avorio, elettro, ed oro