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Sotto alla loggia collocaro. Instava
Co’ suoi comandi Ulisse; e quelle il tristo570
Ministero compiean, benchè a mal cuore.
Poi con l’acqua, e le spugne a molte bocche,
I bei sedili si tergeano, e i deschi.
Ma Telemaco, e seco i due pastori,
Con rigide scorrean pungenti scope575
Sul pavimento del ben fatto albergo;
E la bruttura raccogliean le afflitte
Donne, e fuori recavanla. Nè prima
Rimessa fu la magion tutta in punto,
Che fra la torre, ed il recinto poste580
Le malvage si videro, e in tal guisa
Serrate là, che del fuggir nulla era.
     E Telemaco: Io, no, con morte onesta
Non torrò l’alma da coteste donne,
Che a me sul capo, ed alla madre, scherni585
Versaro; e che s’unian d’amor co’ Proci.
     Disse; e di nave alla cerulea prora
Canape, che partia da un gran pilastro,
Gittò alla torre a tale altezza intorno,
Che le ancelle, per cui gittarlo piacque,590
Non potesser del piè toccar la terra.
E come incontra, che o colombe, o torde,
Che al verde chiuso d’una selva entraro,