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libro vigesimosecondo 249

Tutti in un groppo. Se da quella porta
Scacciarlo ne riesce, e la cittade95
Scorrere, alzando al ciel subite voci,
Dal saettar si rimarrà per sempre.
     Disse, e l’acuto di temprato rame
Brando a due tagli strinse, e su lui corse
Con terribili grida. In quella Ulisse,100
Vôtato l’arco, al petto il colse, e il pronto
Nel fegato gl’infisse acerbo strale.
Lasciò Eurimaco il brando, e dopo alquanti
Giri curvato su la mensa cadde,
E i cibi riversaronsi, e la coppa.105
Ma ei batté sopra la terra il capo,
Nell’alma tapinandosi, ed il seggio,
Che già premer solea, con ambo i piedi
Forte springando, scosse: al fine un’atra
Tutto il coverse sempiterna notte.110
     Ma d’altra parte Anfinomo avventossi
Col brando in man contra l’eroe, se mai
Dalla soglia disvellerlo potesse.
Il prevenne Telemaco, e da tergo
Tra le spalle il ferì con la pungente115
Lancia, che fuor gli riuscì del petto.
Quell’infelice rimbombò caduto,
E con tutta la fronte il suol percosse.