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LIBRO VIGESIMOSECONDO.




     Surse, e spogliossi de’ suoi cenci Ulisse,
E sul gran limitare andò d’un salto,
L’arco tenendo, e la faretra. I ratti
Strali, onde gravida era, ivi gittossi
Davante ai piedi, e ai Proci disse: A fine5
Questa difficil prova è già condotta.
Ora io vedrò, se altro bersaglio, in cui
Nessun diede sin qui, toccar m’avviene,
E se me tanto privilegia Apollo.
     Così dicendo, ei dirigea l’amaro10
Strale in Antinoo. Antinoo una leggiadra
Stava per innalzar coppa di vino
Colma, a due orecchie, e d’oro; ed alle labbra
Già l’appressava: nè pensier di morte
Nel cor gli si volgea. Chi avria creduto,15
Che fra cotanti a lieta mensa assisi
Un sol, quantunque di gran forze, il nero
Fabbricar gli dovesse ultimo fato?