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libro vigesimoprimo 235

Con noi Principi a mensa, e, che a null’altro
Stranier mendico si concede, vieni345
Delle vivande, e de’ sermoni a parte?
Certo te offende il saporoso vino,
Che tracannato avidamente, e senza
Modo, e termine alcuno, a molti nocque.
Nocque al famoso Eurizïon Centauro,350
Quando venne tra i Lápiti, e nell’alta
Casa ospitale di Piritoo immensi,
Compreso di furor, mali commise.
Molto ne dolse a quegli eroi, che incontro
Se gli avventaro, e del vestibol fuori355
Trasserlo, e orecchie gli mozzaro, e nari
Con affilato brando; ed ei, cui spento
Dell’intelletto il lume avean le tazze,
Sen gïa manco nel corpo, e nella mente.
Quindi s’accese una cruenta pugna360
Tra gli sdegnati Lápiti, e i Centauri:
Ma, gravato dal vin, primo il disastro
Eurizïon portò sovra se stesso.
Così te pur grave infortunio aspetta,
Se l’arco tenderai. Del popol tutto365
Non fia chi s’alzi in tua difesa, e noi
Ad Echeto, degli uomini flagello,
Dalle cui man nè tu salvo uscirai,