E d’anello in anel mandar lo strale.
Ma dovea prima l’infallibil freccia120
Gustare in vece dall’eroe scoccata,
Cui poc’anzi oltraggiava, e incontro a cui
Aizzava i compagni a mensa assiso.
Qui tra i Proci parlò la sacra forza
Di Telemaco: Oh Dei! Me Giove al certo125
Cavò di senno. La diletta madre
Dice un altro consorte, abbandonando
Queste mura, seguir, benchè sì saggia,
E folle io rido, e a sollazzarmi attendo.
Su via, poichè a voi donna in premio s’offre,130
Cui non l’Acaica terra, e non la sacra
Pilo, ed Argo, Micene, Itaca stessa
Vanta l’eguale, o la feconda Epiro;
E il sapete voi ben, nè ch’io vi lodi
La genitrice, oggi è mestier; su via,135
Con vane scuse non tirate in lungo
Questo certame, e non rifugga indietro
Dalla tesa dell’arco il vostro braccio.
Cimenterommi anch’io. S’io tenderollo,
E ne’ ferri entrerò con la mia freccia,140
Me qui lasciar per nuove nozze in duolo
La genitrice non vorrà, fuggire
Non vorrà da un figliuol, che ne’ paterni