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Partirci tutto, ma la casta madre,
E quel di noi, ch’ella scegliesse a sposo,420
Nel palagio lasciar sola con solo.
     Telemaco frattanto in quella scese
Di largo giro, e di sublime volta
Paterna sala, ove rai biondi, e rossi
L’oro mandava, e l’ammassato rame;425
Ove nitide vesti, e di fragrante
Olio gran copia chiudean l’arche in grembo;
E presso al muro ivano intorno molte
Di vino antico, saporoso, degno
Di presentarsi a un Dio, gravide botti,430
Che del ramingo travagliato Ulisse
Il ritorno aspettavano. Munite
D’opportuni serrami eranvi, e doppie
Con lungo studio accomodate imposte;
Ed Euricléa, la vigilante figlia435
D’Opi di Pisenorre, il dì e la notte
Questi tesori custodia col senno.
Chiamolla nella sala, e a lei tai voci
Telemaco drizzò: Nutrice, vino,
Su via, m’attigni delicato, e solo440
Minor di quel, che a un infelice serbi,
Se mai, scampato dal destin di morte,
Comparisse tra noi. Dodici n’empi