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libro vigesimo 201

Perchè i conforti rifiutar del sonno?
Sei pur nel tuo palagio, appo la fida45
Tua donna, e al fianco d’un figliuolo, a cui
Vorriano aver l’uguale i padri tutti.
     Il ver parlasti, o Dea, rispose Ulisse:
Se non che meco io mi consiglio, come
Scagliarmi ai Proci svergognati incontro,50
Mentre in folla ognor son quelli, ed io solo.
In oltre io penso, e ciò più ancor mi turba,
Che, quando col favore anco m’avvenga
Del Tonante, e col tuo, cacciarli a Dite,
Non so dove sottrarmi a quella turba,55
Che vengiarli vorrà. Tu questo libra.
     Tristo! riprese la negli occhi Azzurra,
L’uomo a un compagno suo crede, a un mortale
Peggior di sè talvolta, e meno esperto,
E tu non a me Diva, e a me, che in ogni60
Travaglio tuo sempre ti guardo? Sappi,
Che se cinquanta d’uomini parlanti
Fosserci intorno pugnatrici schiere,
Sparsi per la campagna i greggi loro
Tua preda diverriano, e i loro armenti.65
Chetati, e il sonno nel tuo sen ricevi:
Chè vegliando passar la notte in guardia
Troppo è molesto. Uscirai fuor tra poco