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LIBRO VIGESIMO.




     Il magnanimo figlio di Laerte
Giacea nell’atrio. Una recente pelle
Steso aveasi di bue con altre molte
Di pingui agnelle dagl’ingordi Achei
Sagrificate; e d’un velloso manto5
Lui già corcato Eurinome coverse.
Qui co’ pensieri suoi l’eroe vegliava,
Sventure ai Proci divisando. Intanto
Le ancelle, che soleano ai Proci darsi,
Usciro di lor camere, in gran riso10
Prorompendo tra loro, e in turpe gioja.
Ei forte l’alma si sentia commossa,
E bilanciava, se avventarsi, e tutte
Porle a morte dovesse in un istante,
O consentir, che per l’estrema volta15
Delinquesser le tristi; e in sè fremea.
E come allor che ai cagnolini intorno
Gira la madre, e, se un ignoto spunta,