Del suo ritorno, e il richiedean di tutto,
E più della ferita; ed ei narrava,570
Come, invitato a una silvestre guerra
Da’ figliuoli dell’avo, il bianco dente
Piagollo d’un cinghial sovra il Parnaso.
Tal cicatrice l’amorosa vecchia
Conobbe, brancicandola, ed il piede575
Lasciò andar giù: la gamba nella conca
Cadde, ne rimbombò il concavo rame,
E piegò tutto da una banda, e in terra
L’acqua si sparse. Gaudio a un’ora, e duolo
La prese, e gli occhi le s’empiêr di pianto,580
E in uscir le tornò la voce indietro.
Proruppe al fin, prendendolo pel mento:
Caro figlio, tu sei per certo Ulisse,
Nè io, nè io ti ravvisai, che tutto
Pria non avessi il mio signor tastato.585
Tacque; e guardò Penelope, volendo
Mostrar, che l’amor suo lungi non era.
Ma la Reina nè veder di contra
Poteo, nè mente por: chè Palla il core
Le torse altrove. Ulisse intanto strinse590
Con la man destra ad Euricléa la gola,
E a sè tirolla con la manca, e disse:
Nutrice, vuoi tu perdermi? Tu stessa,