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libro decimonono 189

Appressare ognor più sentia la caccia,
Sbucò del suo ricetto, e orribilmente545
Rizzando i peli della sua cervice,
E con pregni di foco occhi guatando,
Stette di contra. Ulisse il primo, l’asta
Tenendo sopramano, impeto fece
In lui, ch’ei d’impiagare ardea di voglia:550
Ma la fera prevennelo, ed il colse
Sovra il ginocchio con un colpo obliquo
Della gran sanna, e ne rapì assai carne;
Nè però della coscia all’osso aggiunse.
Ferilla Ulisse allor nell’omer destro,555
Dove il colpo assestò: scese profonda
L’aguzza punta della fulgid’asta;
E il mostro su la polvere cadè,
Mettendo un grido, e ne volò via l’alma.
Ma d’Autolico i figli a Ulisse tutti560
Travagliavansi intorno: acconciamente
Fasciâr la piaga, e con possente incanto
Il sangue ne arrestaro, e dell’amato
Padre all’albergo il trasportaro in fretta.
Sanato appieno, e di bei doni carco,565
Contenti alla cara Itaca contento
Lo rimandaro. Il padre suo Laerte,
E la madre Anticléa, gioían pur troppo