Prandio godean sino all’Occaso. Il Sole
Caduto, e apparsa della notte l’ombra,520
La dolcezza provâr, cui reca il sonno.
Ma come figlia del mattin l’Aurora
Si mostrò in ciel ditirosata, e bella,
I figliuoli d’Autolico, ed Ulisse
Con molti cani a una gran caccia usciro.525
La vestita di boschi alta montagna
Salgono, e in breve tra i ventosi gioghi
Veggonsi di Parnaso. Il Sol recente,
Dalle placide sorto acque profonde
Dell’Oceàn, su i rugiadosi campi530
Saettava i suoi raggi, e i cacciatori
Scendeano in una valle: innanzi i cani
Ivan, fiutando le salvatic’orme,
E co’ figli d’Autolico, pallando
Una lancia, che lunga ombra gittava,535
Tra i cani, e i cacciatori andava Ulisse.
Smisurato cinghiale in così folta
Macchia giacea, che nè di venti acquosi
Forza, nè raggio mai d’acuto Sole
La percoteva, nè le piogge affatto540
V’entravano: copria di secche foglie
Gran dovizia la terra. Il cinghial fiero,
Che al calpestio, che gli sonava intorno,