Con le robuste man pesti, e t’insozzi
Tutto di sangue, e del palagio scacci.420
Bieco guatolla, e le rispose Ulisse:
Cagna, io ratto a Telemaco i tuoi sensi,
Perch’ei ti tagli qui medesmo in pezzi,
A riportare andrò. Così dicendo,
Le femmine atterrì, che per la casa425
Mosser veloci, benchè a tutte forte
Le ginocchia tremassero: sì presso
Ciò, ch’ei lor detto avea, credeano al vero.
Ei si fermò presso i bracieri ardenti,
La luce ravvivandone, e tenendo430
Gli occhi ne’ Proci ognor, mentre nemiche
Cose agitava, e non indarno, in petto.
Minerva intanto non lasciava i Proci
Rimanersi dall’onte, acciò in Ulisse
Crescer dovesse col dolor lo sdegno.435
Eurimaco di Polibo parlava
Primo, l’eroe mordendo, e a nuovo riso
Provocando i compagni: Udite, amanti
Dell’inclita Regina, un mio pensiero,
Che tacer non poss’io. Non senza un Nume440
Venne costui nella magion d’Ulisse.
Splender gli veggo, come face, il capo,
Sovra cui non ispunta un sol capello.