Pagina:Odissea (Pindemonte).djvu/526


libro decimottavo 145

     Così sul liscio limitar dell’alte
Porte garrian d’ingiurïosi motti.45
Avvisossene Antinoo, e, dolcemente
Ridendo, sciolse tai parole: Amici,
Nulla di sì giocondo a questi alberghi
Gli abitator dell’etra unqua mandaro.
Si bisticcian tra lor l’ospite, ed Iro,50
E già le man frammischiano. Su via,
Meglio alla zuffa raccendiamli ancora.
     Tutti s’alzaro, nelle risa dando,
E ai due straccioni s’affollaro intorno.
Ed Antinoo così: Nobili Proci,55
Sentite un pensier mio. Di que’ ventrigli
Di capre, che di sangue, e grasso empiuti
Sul foco stan per la futura cena,
Scelga qual più vorrà chi vince, e quindi
D’ogni nostro convito a parte sia:60
Nè più tra noi s’aggiri altro cencioso.
     Ciò piacque a tutti. Ma l’accorto eroe,
Cui non fallian le astuzie, Amici, disse,
Ad uom dagli anni, e dai disastri rotto
Con giovane pugnar non parmi bello.65
E pur botte a ricevere, e ferite
La rea mi spinge imperïosa fame.
Ma voi giurate almen, che nessuno, Iro