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libro decimosettimo 137

     La prudente Penelope a rincontro:
Vanne, ed a me l’invia, sì ch’io l’ascolti.645
Gli altri o fuor delle porte, o nel palagio
Trastullin pur, poscia che han lieto il core.
Crescono i monti delle lor sostanze,
Di cui solo una parte i servi loro
Toccano; ed essi qui l’intero giorno650
Banchettan lautamente, e il fior del gregge
Struggendo, e dell’armento, e le ricolme
Della miglior vendemmia urne votando,
Fanno una strage: ne’ v’ha un altro Ulisse,
Che atto a fermarla sia. Ma l’eroe giunga,655
E piena con Telemaco di tanti
Barbari oltraggi prenderà vendetta.
     Finito non avea, che il figlio ruppe
In un alto starnuto, onde la casa
Risonò tutta. La Regina rise,660
E, Va, disse ad Euméo, corri, e il mendico
Mandami. Starnutare alle mie voci
Non udisti Telemaco? Maturo
De’ Proci è il fato, nè alcun fia che scampi.
Ciò senti ancora, e in mente il serba. Quando665
Verace in tutto ei mi riesca, i cenci
Gli cangerò di botto in vesti belle.
     Corse il fido pastore, e allo straniero,