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libro decimosettimo 129

Ei volse a destra, e ad accattar da tutti
Gïo, stendendo la man, come se mai445
Esercitato non avesse altr’arte.
Mossi a pietade il soccorreano, e forte
Stupiano, e domandavansi a vicenda,
Chi fosse, e donde il forestier venisse.
     E qui Melanzio, Udite, o dell’illustre450
Penelope, dicea, vagheggiatori.
L’ospite io vidi, a cui la via mostrava
De’ porci il guardïan: ma da qual chiara
Stirpe disceso egli si vanti, ignoro.
     Guardïan famosissimo, Antinóo455
Così Euméo rimbrottò, perchè costui
Guidasti alla città? Ci mancan forse
Vagabondanti paltonieri infesti,
Delle mense flagello? O, che d’Ulisse
Qui si nutra ciascun, poco ti cale,460
Che questo ancor, donde io non so, chiamasti?
     E tal risposta tu gli festi, Euméo:
Prode, Antinoo, sei tu, ma ben non parli.
Chi un forestiero a invitar mai d’altronde
Va, dove tal non sia, che al mondo giovi,465
Come profeta, o sanator di morbi,
O fabbro industre in legno, o nobil vate,
Che le nostr’alme di dolcezza innondi?