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libro decimosesto 89

Giace del figlio di Laerte il letto?
     Nel tuo palagio, ripigliava Euméo,45
Riman con alma intrepida la madre,
Benchè nel pianto a lei passino i giorni,
Passin le notti; ed ella viva indarno.
     Ciò detto, l’asta dalla man gli prese,
E Telemaco il piè mettea sul marmo50
Della soglia, ed entrava. Ulisse a lui
Lo scanno, in cui sedea, cesse: ma egli
Dal lato suo non consentialo, e, Statti,
Forestier, disse, assiso; un altro seggio
Noi troverem nella capanna nostra.55
Nè quell’uomo è lontan, che dar mel puote.
     Ulisse, indietro fattosi, di nuovo
Sedea. Ma il saggio guardïan distese
Virgulti verdi, e una vellosa pelle,
E il garzon vi adagiò. Poi le rimaste60
Del giorno addietro abbrustolate carni
Lor recò su i taglieri; e, ne’ canestri
Posti l’un sovra l’altro in fretta i pani,
E il rosso vino nelle tazze infuso,
Ad Ulisse di contra egli s’assise.65
Sbramato della mensa ebbero appena
Il desiderio natural, che queste
Telemaco ad Euméo drizzò parole: