Suo compagno Piréo: Figlio di Clito,
Tu, che le voglie mie festi mai sempre670
Tra quanti a Pilo mi seguiro, e a Sparta,
Condurmi il forestiero in tua magione
Piacciati, e usargli, finchè io vengo, onore.
Per tardi, gli rispose il buon Piréo,
Che tu venissi, io ne avrò cura, e nulla675
D’ospitale sarà, che nel mio tetto,
Dove il condurrò tosto, ei non riceva.
Detto, salse il naviglio, e dopo lui
Gli altri salianlo, e s’assidean su i banchi.
Telemaco s’avvinse i bei calzari680
Sotto i piè molli, e la sua valid’asta
Rameappuntata, che giacea sul palco
Della nave, in man tolse; e quei le funi
Sciolsero. Si spingean su con la nave
Ver la città, come il garzone ingiunse;685
Ed ei studiava il passo, in sin che innanzi
Gli s’aperse il cortile, ove le molte
S’accovacciavan setolose scrofe,
Tra cui vivea l’inclito Euméo, che o fosse
Nella veglia, o nel sonno, i suoi padroni690
Dormendo ancor, non che vegliando, amava.