Chiudea in se stessa bagattelle industri.
Sedusser questi una Fenicia donna,520
Che il padre schiava nel palagio avea,
Bella, di gran persona, e di leggiadri
Lavori esperta. I maculati panni
Lavava al fonte presso il cavo legno,
Quando un dì que’ ribaldi a ciò la trasse,525
Che alle femmine incaute, ancor che vôte
Non sien d’ogni virtude, il senno invola.
Poscia chi fosse, richiedeale, e donde
Venuta; ed ella senza indugio l’alte
Del padre mio case additògli, e disse:530
Io cittadina della chiara al Mondo
Sidone metallifera, e del ricco
Aribante figliuola esser mi vanto.
Tafj ladroni mi rapiro un giorno,
Che dai campi tornava, e mi vendero,535
Trasportata sul mare, a quel Signore,
Che ben degno di me prezzo lor diede.
Non ti saria, colui rispose allora,
Caro dunque il seguirci, ed il superbo
De’ tuoi parenti rivedere albergo?540
Riveder lor, che pur son vivi, e in fama
Di dovizia tra noi? Certo mi fora,
La donna ripigliò, sol che voi tutti