E gentilmente ti licenzj. Eterna
L’ospite rimembranza in petto serba70
Di chi un bel pegno d’amistà gli porse.
Disse; e nel trono d’òr l’Aurora apparve.
Il prode Menelao di letto allora
Sorto, e d’allato della bella Eléna,
Venne alla volta lor; nè prima il caro75
Figliuol d’Ulisse l’avvisò, che in fretta
Della lucente tunica le membra
Cinse, e gittò il gran manto a sé d’intorno,
Ed uscì fuori, e l’abbordò, e gli disse:
Figlio d’Atréo, di Giove alunno, Duce80
Di genti, me rimanda oggi al diletto
Nativo ciel, cui già con l’alma io volo.
Telemaco, rispose il forte Atride,
Io ritenerti qui lunga stagione
Non voglio a tuo mal cuore. Odio chi suole85
Gli ospiti suoi festeggiar troppo, o troppo
Spregiarli: il meglio sempre è star nel mezzo.
Certo peccan del par chi discortese
L’ospite caccia di restar bramoso,
E chi bramoso di partir l’arresta.90
Carezzalo indugiante, e quando scorgi,
Che levarsi desia, dàgli commiato.
Tanto dimora sol, ch’io non vulgari