Pagina:Odissea (Pindemonte).djvu/439

58 odissea

Dannoso a te questo viaggio torni.
Lévati, e pressa il valoroso Atride20
Di congedarti, onde nel tuo palagio
Trovi la madre tua, che Icario il padre
Co’ fratelli oggimai sforza alla mano
D’Eurimaco, il qual cresce i maritali
Doni, e ogni suo rival d’ambito vince.25
Guarda, non del palagio a tuo dispetto
Parte de’ beni con la madre t’esca:
Però che sai, qual cor s’abbia ogni donna.
Ingrandir brama del secondo sposo
La nuova casa; e de’ suoi primi figli,30
E di colui, che vergin impalmolla,
Non si rammenta più, più non ricerca,
Quando ei nel bujo della tomba giace.
Tu, partita la madre, a quale ancella
Più dabbene ti sembri, e più sentita,35
Commetti il tutto, finchè illustre sposa
Ti presentino al guardo i Dei clementi.
Altro dirotti, e il riporrai nel core.
Degli amanti i più rei, che tor dal Mondo
Prima vorrianti, che alla patria arrivi,40
Nel mar tra la pietrosa Itaca, e Same
Stanno in agguato. Io crederò, che indarno,
E che la terra pria l’ossa spolpate