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LIBRO DECIMOQUARTO.




     Ei, la riva lasciata, entrò in un’aspra
Strada, e per gioghi, e per silvestri lochi,
Là si rivolse, dove Palla mostro
Gli avea l’inclito Euméo, di cui fra tutti
D’Ulisse i miglior servi alcun non era,5
Che i beni del padron meglio guardasse.
Trovollo assiso nella prima entrata
D’un ampio, e bello, ed altamente estrutto
Recinto, a un colle solitario in cima.
Il fabbricava Euméo con pietre tolte10
Da una cava propinqua, e mentre lungi
Stavasi Ulisse, e senz’alcun dal veglio
Laerte, o da Penelope, soccorso:
D’un’irta siepe ricingealo, e folti
Di bruna, che spezzò, quercia scorzata15
Pali frequenti vi piantava intorno.
Dodici v’eran dentro una appo l’altra
Commode stalle, che cinquanta a sera