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Tante forme rivesti. Io ben rammento,
Che visitar tu mi degnavi un giorno,370
Mentre noi figli degli Achivi a Troja
Combattevam: ma poichè l’alte torri
Ruinammo di Priamo, e su le navi
Partimmo, e un Dio l’Achiva oste disperse,
Più non ti scorsi, o del Tonante figlia,375
Nè m’avvidi unqua, che m’entrassi in nave,
Per cavarmi d’affanno. Abbandonato
Solo a me stesso, e afflitto io gïa vagando,
Finchè pria, che il tuo labbro in tra i Feaci
Mi confortasse, e nella lor cittade380
M’introducessi tu, le mie sventure
Gl’Immortali finiro. Ora io ti priego
Pel tuo gran padre, quando in terra estrana,
Non nella patria mia, credomi, e temo,
Che tu di me prender ti voglia gioco,385
Ti priego dirmi, o Dea, se veramente
Degli occhi Itaca io veggio, e del piè calco.
     E la Dea, che rivolge azzurri i lumi:
Tu mai te stesso non oblii. Quind’io
Non posso ai mali abbandonarti in preda;390
Tal mostri ingegno, tal facondia, e senno.
Altri, che dopo error molti giungesse,
Sposa, e figli mirar vorria repente;