Finchè in Itaca resti anima viva,
Spogliarti uomo ardirà. Ma dimmi, o buono:
Chi è quello stranier? Dond’ei partìssi?520
Di qual terra si gloria, e di qual ceppo?
Del padre non lontan forse il ritorno
T’annunzia? o venne in questi luoghi antico
Debito a dimandar? Come disparve
Ratto! come parea da noi celarsi!525
Certo d’uom vile non avea l’aspetto.
Ah, ripigliò il garzon, del genitore
Svanì, figlio di Polibo, il ritorno!
Giungano ancor novelle, altri indovini
L’avida madre nel palagio accolga,530
Nè indovin più, nè più novelle io curo.
Ospite mio paterno è il forestiere,
Di Tafo, Mente, che figliuol si vanta
Del bellicoso Anchíalo, e ai Tafj impera.
Tal rispondea: ma del suo cor nel fondo535
La calata di ciel Dea riconobbe.
I Proci al ballo, ed al soave canto
Rivolti trastullavansi, aspettando
Il bujo della notte. Della notte
Lor sopravvenne il bujo, e ai tetti loro540
Negli occhi il sonno ad accettar n’andaro.