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libro undecimo 303

Sciorran parole non bugiarde: gli altri
Da te si ritrarran taciti indietro.195
Svelate a me tai cose, in seno a Dite
Del profetante Re l’alma s’immerse.
     Ma io di là non mi togliea. La madre
S’accostò intanto, nè del negro sangue
Prima bevè, che ravvisommi, e queste200
Mi drizzò lagrimando alate voci:
Deh come, figliuol mio, scendestu vivo
Sotto l’atra caligine? Chi vive,
Difficilmente questi alberghi mira,
Però che vasti fiumi, e paurose205
Correnti ci dividono, e il temuto
Oceàn, cui varcare ad uom non lice,
Se nol trasporta una dedalea nave.
Forse da Troja, e dopo molti errori,
Con la nave, e i compagni a questo bujo210
Tu vieni? Nè trovar sapesti ancora
Itaca tua? nè della tua consorte
Riveder nel palagio il caro volto?
     O madre mia, necessità, risposi,
L’alma indovina a interrogar m’addusse215
Del Tebano Tiresia. Il suolo Achéo
Non vidi ancor, nè i liti nostri attinsi:
Ma vo ramingo, e dalle cure oppresso,