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libro nono 247

Pecore belle, acconciamente il tutto,
E i parti a questa mettea sotto, e a quella.395
Nè appena fu delle sue cure uscito,
Che altri due mi ghermì de’ cari amici,
E carne umana desinò. Satollo,
Cacciava il gregge fuor dell’antro, tolto
Senza fatica il disonesto sasso,400
Che dell’antro alla bocca indi ripose,
Qual chi a faretra il suo coverchio assesta.
Poi su pel monte si mandava il pingue
Gregge davanti, alto per via fischiando.
     Ed io tutti a raccolta i miei pensieri405
Chiamai, per iscoprir, come di lui
Vendicarmi io potessi, e un’immortale
Gloria comprarmi col favor di Palla.
Ciò al fin mi parve il meglio. Un verde, enorme
Tronco d’oliva, che il Ciclope svelse410
Di terra, onde fermar con quello i passi,
Entro la stalla a inaridir giacea.
Albero scorger credevam di nave
Larga, mercanteggiante, e l’onde brune
Con venti remi a valicare usata:415
Sì lungo era, e sì grosso. Io ne recisi
Quanto è sei piedi, e la recisa parte
Diedi ai compagni da polirla. Come