Mentre il foco accendea, ci scorse, e disse:
Forestieri, chi siete? E da quai lidi320
Prendeste a frequentar l’umide strade?
Siete voi trafficanti? O errando andate,
Come corsali, che la vita in forse,
Per danno altrui recar, metton su i flutti?
Della voce al rimbombo, ed all’orrenda325
Faccia del mostro, ci s’infranse il core.
Pure io così gli rispondea: Siam Greci,
Che di Troja partiti, e trabalzati
Su pel cerulo mar da molti venti,
Cercando il suol natio, per altre vie,330
E con viaggi non pensati, a queste,
Così piacque agli Dei, sponde afferrammo.
Seguimmo, e cen vantiam, per nostro Capo
Quell’Atride Agamennone, che il Mondo
Empieo della sua fama, ei, che distrusse335
Città sì grande, e tante genti ancise.
Ed or, prostesi alle ginocchia tue,
Averci ti preghiam d’ospiti in grado,
E d’un tuo dono rimandarci lieti.
Ah! temi, o potentissimo, gli Dei:340
Che tuoi supplici siam, pensa, e che Giove
Il supplicante vendica, e l’estrano,
Giove ospital, che l’accompagna, e il rende