Male assai favellasti, e ad uom protervo
Somigli in tutto. Così è ver, che i Numi220
Le più care non dan doti ad un solo,
Sembiante, ingegno, e ragionar, che piace.
L’un bellezza non ha, ma della mente
Gl’interni sensi in cotal guisa esprime,
Che par delle parole ornarsi il volto.225
Gode chiunque il mira. Ei, favellando
Con soave modestia, e franco a un tempo,
Spicca in ogni consesso; e allor che passa
Per la città, gli occhi a sè attrae, qual Nume.
L’altro nel viso, e nelle membra un mostra230
Degl’immortali Dei: pur non si vede
Grazia, che ai detti suoi s’avvolga intorno.
Così te fregia la beltà, nè meglio
Formar saprian gli stessi Eterni un volto:
Se non che poco della mente vali.235
Mi trafiggesti l’anima nel petto,
Villane voci articolando: io nuovo
Non son de’ giochi, qual tu cianci, e credo
Anzi, ch’io degli atleti andai tra i primi,
Finchè potei de’ verdi anni, e di queste240
Braccia fidarmi. Or me, che aspre fatiche
Durai, tra l’armi penetrando, e l’onde,
Gl’infortunj domaro. E non pertanto