Pagina:Odissea (Pindemonte).djvu/213

198 odissea

     Disse, e tutti eccitò. Della raccolta
Gente furo in brev’ora i seggi pieni.20
Ciascun guardava con le ciglia in arco
Di Laerte il figliuol: chè a lui Minerva
Sovra il capo diffuse, e su le spalle
Divina grazia, ed in grandezza, e in fiore
Crebbelo, e in gagliardia, perch’ei ne’ petti25
Destar potesse riverenza, e affetto,
E de’ nobili giuochi, ove chiamato
Fosse a dar di sè prova, uscir con vanto.
     Concorsi tutti, e in una massa uniti,
Tra loro arringò Alcìnoo in questa guisa:30
O Condottieri de’ Feaci, e Prenci,
Ciò, che il cor dirvi mi comanda, udite.
Questo a me ignoto forestier, che venne
Ramingo, e ignoro ancor, se donde il Sole
Nasce, o donde tramonta, ai tetti miei,35
Scorta dimanda pel viaggio, e prega,
Gli sia ratto concessa. Or noi l’usanza
Non seguirem con lui? Uomo, il sapete,
Ai tetti miei non capitò, che mesto
Languir dovesse sovra queste piagge40
Per difetto di scorta i giorni, e i mesi.
Traggasi adunque nel profondo mare
Legno dall’onde non battuto ancora,