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libro settimo 181

Festivi la ricevono: chè senno
Nè a lei pur manca ver chi più tien caro,95
E le liti non rado ella compone.
Se un loco prender nel suo cor tu sai,
La terra, dove i lumi apristi al giorno,
La magion de’ tuoi padri, e degli amici
I noti volti riveder confida.100
     Detto, la Dea, ch’è nelle luci azzurra,
Su pel mare infruttifero lanciossi,
Lasciò la bella Scheria, e Maratona
Trovò, ed Atene dalle larghe vie,
E nel suo tempio entrò, che d’Erettéo105
Fu rocca inespugnabile. Ma Ulisse
All’ostello reale il piè movea,
E molte cose rivolgea per l’alma,
Pria ch’ei toccasse della soglia il bronzo:
Chè d’Alcinoo magnanimo l’augusto110
Palagio chiara, qual di Sole, o Luna,
Mandava luce. Dalla prima soglia
Sino al fondo correan due di massiccio
Rame pareti risplendenti, e un fregio
Di ceruleo metal girava intorno.115
Porte d’òr tutte la inconcussa casa
Chiudean: s’ergean dal limitar di bronzo
Saldi stipiti argentei, ed un argenteo