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LIBRO SESTO.




     Mentre sepolto in un profondo sonno
Colà posava il travagliato Ulisse,
Minerva al popol de’ Feaci, e all’alta
Lor città s’avviò. Questi da prima
Ne’ vasti d’Iperéa fecondi piani5
Far dimora solean, presso i Ciclopi,
Gente di cor superbo, e a’ suoi vicini
Tanto molesta più, quanto più forte.
Quindi Nausitoo, somigliante a un Dio,
Di tal sede levolli, e in una terra,10
Che dagli uomini industri il mar divide,
Gli allogò, nella Scheria; e qui condusse
Alla cittade una muraglia intorno,
Le case fabbricò, divise i campi,
E agl’Immortali i sacri templi eresse.15
Colpito dalla Parca, ai foschi regni
Era già sceso, e Alcinoo, che i beati
Numi assennato avean, reggea lo scettro.