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Il puro umor, che devolveasi al mare,
E tal dentro di sè preghiera feo:570
O chiunque tu sii Re di quest'acque,
Odimi: a te, cui sospirai cotanto,
Gli sdegni di Nettuno, e le minacce
Fuggendo, io m'appresento. È sacra cosa
Per gl'Immortali ancor l'uom, che d'altronde575
Venga errando, com'io, che dopo molti
Durati affanni ecco alla tua corrente
Giungo, e ai ginocchi tuoi. Pietà d'Ulisse,
Che tuo supplice vedi, o Re, ti prenda.
     Disse; ed il Nume acchetò il corso, e l'onda580
Ritenne, sparse una perfetta calma,
E alla foce il salvò del suo bel fiume.
L'eroe, tocca la terra, ambo i ginocchi
Piegò, piegò le nerborute braccia:
Tanto il gran sale l'affliggea. Gonfiava585
Tutto quanto il suo corpo, e per la bocca
Molto mar gli sgorgava, e per le nari;
Ed ei senza respiro, e senza voce
Giaceasi, e spento di vigore affatto:
Chè troppa nel suo corpo entrò stanchezza.590
Ma come il fiato, ed il pensier riebbe,
Tosto dal petto la divina benda
Sciolse, e gittolla, ove amareggia il fiume.