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I modi, che tenea con loro Ulisse,
Nessuno in opre molestando, o in detti,870
Costume pur degli uomini scettrati,
Che odio portano agli uni, e agli altri amore?
Non offese alcun mai: quindi l’indegno
Vostro adoprar meglio si pare, e il merto,
Che di tanti favor voi gli rendete.875
     Ed il saggio Medonte: Ai Dei piacesse,
Che questo il peggior mal, Reina, fosse!
Altro dai Proci se ne cova in petto
Più grave assai, che Giove sperda: il caro
Figlio, che a Pilo sacra, e alla divina880
Sparta si volse, per ritrar del padre,
Ucciderti di spada al suo ritorno.
     Penelope infelice a tali accenti
Scioglier sentissi le ginocchia, e il core.
Per lungo spazio la voce mancolle,885
Gli occhi di pianto le s’empièr, distinta
Non poteale dai labbri uscir parola.
Rispose al fine: Araldo, e perchè il figlio
Da me staccossi? Qual cagion, qual forza
Sospingealo a salir le ratte navi,890
Che destrieri del mar sono, e l’immensa
Varcano umidità? Brama egli dunque,
Che nè resti di sè nel Mondo il nome?