Pagina:Odissea (Pindemonte).djvu/126


libro quarto 111

Da libare ai Celesti, acciò non sorga
Giorno, che il tuo pensiero a me non torni.745
     Il prudente Telemaco rispose:
Gran tempo qui non ritenermi, Atride.
Non che a me non giovasse un anno intero,
La patria, e i miei quasi obbliando, teco
Queste case abitar: chè alla tua voce750
L’alma di gioja ricercarmi io sento.
Ma già muojon di tedio i miei compagni
Nell’alta Pilo; e tu m’arresti troppo.
Qual siasi il don, di che mi vuoi far lieto,
Un picciol sia tuo prezïoso arnese.755
Ad Itaca i destrieri addur non penso,
Penso lasciarli a te, bello de’ tuoi
Regni ornamento: perocchè signore
Tu sei d’ampie campagne, ove fiorisce
Loto, e cipéro, ove frumenti, e spelde,760
Ove il bianc’orzo d’ogni parte alligna.
Ma non larghe carriere, e non aperti
Prati in Itaca vedi: è di caprette
Buona nutrice, e a me di ver più grata,
Che se cavalli nobili allevasse.765
Nulla del nostro mare isola in verdi
Piani si stende, onde allevar destrieri,
E men dell’altre ancora Itaca mia.