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libro quarto 105

Or la tua patria, degli amici il volto,
E la magion ben fabbricata il fato595
Riveder non ti dà, dove tu prima
Del fiume Egitto, che da Giove scende,
Non risaluti la corrente, e porgi
Ecatombe perfette ai Dii beati,
Che il bramato da te mar t’apriranno.600
     A tai parole mi s’infranse il core,
Udendo, che d’Egitto in su le rive
Ricondurmi io dovea per gli atri flutti,
Lunga, e difficil via. Pur dissi: Vecchio,
Ciò tutto io compierò. Ma or rispondi,605
Ti priego, a questo, e schiettamente parla:
Salvi tornaro co’ veloci legni
Tutti gli Achivi, che lasciammo addietro,
Partendo d’Iliòn, Nestore, ed io?
O perì alcun d’inopinata morte610
Nella sua nave, o ai cari amici in grembo,
Posate l’armi, per cui Troja cadde?
     Atride, ei replicò, perchè tal cosa
Mi cerchi tu? Quel, ch’io nell’alma chiudo,
Saper non fa per te, cui senza pianto,615
Tosto che a te palese il tutto fia,
Non rimarrà lunga stagione il ciglio.
Molti colpì l’inesorabil Parca,