Le sembianze portando, ei, che de’ Greci
Sì diverso apparia lungo le navi.320
Tal si gittò nella Trojana terra,
Nè conoscealo alcuno. Io fui la sola,
Che il ravvisai sotto l’estranie forme,
E tentando l’andava; ed ei pur sempre
Da me schermiasi con l’usato ingegno.325
Ma come asperso d’onda, unto d’oliva
L’ebbi, e di veste cinto, ed affidato
Con giuramento, che ai Trojani primo
Nol manifesterei, che alle veloci
Navi non fosse, ed alle tende giunto,330
Tutta ei m’aperse degli Achei la mente.
Quindi, passati con acuta spada
Molti petti nemici, all’oste Argiva
Col vanto si rendè d’alta scaltrezza.
Stridi mettean le donne Iliache, ed urli:335
Ma io gioía tra me; chè gli occhi a Sparta
Già rivolgeansi, e il core, e da me il fallo
Si piagneva, in cui Venere mi spinse,
Quando staccommi dalla mia contrada,
Dalla dolce figliuola, e dal pudico340
Talamo, e da un consorte, a cui, saggezza
Si domandi, o beltà, nulla mancava.
Tutto, l’Atride dalla crocea chioma,