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libro quinto 93

Farmachi insigni possedea, che in dono
Ebbe da Polidamna, dalla moglie295
Di Tone nell’Egitto, ove possenti
Succhi diversi la feconda terra
Produce, quai salubri, e quai mortali,
Ed ove più, che i medicanti altrove,
Tutti san del guarir l’arte divina,300
Siccome gente da Peòn discesa.
Il Nepente già infuso, e a servi imposto
Versar dall’urne nelle tazze il vino,
Ella così parlò: Figlio d’Atréo,
E voi, d’eroi progenie, i beni, e i mali305
Manda dall’alto alternamente a ognuno
L’onnipossente Giove. Or pasteggiate
Nella magione assisi, e de’ sermoni
Piacer prendete in pasteggiando, mentre
Cose io racconto, che saranno a tempo.310
Non già ch’io tutte le fatiche illustri
Ricordar sol del pazïente Ulisse
Possa, non che narrarle: una io ne scelgo,
Che a Troja, onde gran duol venne agli Argivi,
L’uom forte imprese, e a fin condusse. Il corpo315
Di sconce piaghe afflisse, in rozzi panni
S’avvolse, e penetrò nella nemica
Cittade occulto, e di mendico, e schiavo