Voi, quai sieno, ed ovunque, i padri vostri,
Tanto dalla lor bocca udir doveste.120
Che non soffersi? Ruinai dal fondo
Casa di ricchi arredi, e d’agi colma,
Onde piacesse ai Dei, che sol rimasta
Mi fosse in man delle tre parti l’una,
E spirasser le vive aure que’ prodi125
Che lungi dalla verde Argo ferace
Ne’ lati campi d’Iliòn periro!
Tutti io li piango, e li sospiro tutti,
Standomi spesso ne’ miei tetti assiso,
E or mi pasco di cure, or nuovamente130
Piglio conforto: chè non puote a lungo
Viver l’uom di tristezza, e al fin molesto
Torna quel pianto, che fu in pria sì dolce.
Pure io di tutti in un così non m’ango,
E m’ango assai, come d’un sol, che ingrato135
Mi rende, ove a lui penso, il cibo, e il sonno:
Poichè Greco nessuno in tutta l’oste,
O il bene oprando, o sostenendo il male,
Pareggiò Ulisse. Ma dispose il fato,
Ch’ei tormentasse d’ogni tempo, e ch’io140
Mesti per sua cagion traessi i giorni,
Io, che nol veggio da tanti anni, e ignoro,
Se viva, o morto giaccia. Il piange intanto