↑402. ἔχοις.... ἀνάσσοις, ottativi con valore d’imperativi; Tel. al v. 117 aveva espresso il desiderio del ritorno del padre a riprendere il dominio di casa sua, ed Eurimaco gli dice: «abbiti pure i tuoi beni....». — οἷσιν per σοῖσιν possessivo di 2a pers.
↑403. ἔλθοι: qui l’ott. è soltanto desiderativo, esprime l’augurio di Eurim.
↑404. ἀπορραίσει, con doppio acc., dell’ogg. e di rel.
↑405. φέριστε: dopo l’augurio, questo voc. esprime bene l’intenzione d’ingraziarsi Tel.
↑409. χρεῖος, un qualche suo affare, ἐελδόμενος, bramando di sbrigare: rad. ἐλ da ϝελ, vel-le.
↑410. ἄφαρ, repente. Da quel che dice qui Eurim. par lecito inferire che i Proci non s’erano accorti della partenza del falso Mente; probabilmente Tel. aveva accompagnato la dea fin su la soglia, ed ella s’era dileguata fuori della casa. — οὐδ᾽ ὑπέμεινε γνώμεναι (γνῶναι, sott. ἡμᾶς): «e non aspettò neppur tanto da farsi conoscere».
↑411. ἐῴκα: da ripristinare il dig.; rad. (ϝικ, lt. vi-deor. — εἰς ὦπα — intuenti, «a guardarlo in viso».
↑420. φρεσὶ.... θεὸν ἔγνω. Tel. parla con un po’ di politica, e finge di non più sperare nel ritorno del padre e di non voler più credere a indovini, come fa la madre; ma più che una speranza ha egli nel cuore, adesso che sa chi era che lo aveva rassicurato su la sorte d’Ul.; egli ne è certo, ora, ma non lo svela;