↑383. Ἀντίνοος: cadrà per primo nella μνηστηροφονία, figura caratteristica che si stacca dalla massa incolore dei proci, egli, l’Oppositore, che pur era figlio, come degenere!, del docile Εὐπείθης.
↑390. ἀρέσθαι (ἄρνυμαι): cercar d’ottenere, onde il gen. ass. va inteso in senso concess.
↑391. ἦ φῂς.... Nota la finissima ironia: è veramente ormai un uomo, il fanciullo di pur mo’, e sa leggere negli animi, e ha inteso bene tutto il valore del malo augurio di Ant., che, infatti, aspirava a farsi signore d’Itaca (XXII 49 seg.). Nè già questo aveva detto Ant., che il regno sia κάκιστον ἐν ἀνθρώποισι; ma a bella posta Tel., che aveva capito, finge di equivocare, tutto al contrario del dott. Azzeccagarbugli.
↑393. ἀφνειός, da ἀφενός, = piena di ogni grazia di Dio, come la pienissima villa di Cocceio ( Hor. S. I 5, 50). — πέλεται τιμηέστερος αὐτός = e ne è più onorato egli stesso: vantaggi, dunque, materiali e morali.
↑396. τόδε, dittico: par di vedere il gesto della mano di Tel. accennante al paese circostante.
↑397-98. αὐτὰρ ἐγὼν οἴκοιο ἄναξ: il dominio politico, be’, poteva non essergli riconosciuto da nobili e popolo; ma della casa sua ben egli si sentiva il padrone! — ληίσσατο (ληίζω: λεία, preda) μοί (dat, di vant.) = conquistò predando.
↑399. Εὐρύμαχος, il pugnace, figlio di Polibo «il ricco di molti buoi», pare migliore e più mite di Antinoo, ma non è.