↑347. ὅππῃ, per quella via. — νόος: l’ispirazione.
↑348. αἴτιοι: che colpa hanno gli uomini di ciò che accade nel mondo? di tutto son cagione gli dei, anzi Zeus! La stessa concezione è, nel Cristianesimo, portata alle ultime conseguenze dal Tolstoi (Guerra e pace) annullando quasi il libero arbitrio. Anche Plauto (Captivi, 32): «Enimvero Di nos, quasi pilas, homines habent».
↑349. ἀλφηστῇσιν: da ἄλφιτον farina e ἔδω? forse da ἀλφαίνω, affaticarsi, in contrapposizione alla vita serena degli dèi che, dice Hor. (S. I 5, 101) didici securum agere aevum, però secondo la dottrina di Epicuro celebrata da Lucrezio.
↑350. οἶτον (rad. οἰ; cfr. ft. di φέρω, e lt. fors) = trista sorte.
↑352. ἀμφιπέληται: «che giunga d’ogni parte all’orecchio degli ascoltatori»; e si sa che la canzone di moda, è ripetuta e ascoltata più volentieri, fino.... a rompere le scatole.
↑356-59. Questi versi, che - sebben duri - non stonano su la bocca di Ettore nella divina ὁμιλία di Il. VI (là, infatti, sono quasi una risposta alla pretesa dell’amante e trepidante Andromaca di dargli consigli strategici), qui sono peggio che una stonatura, una infelicissima interpolazione.
↑360. θαμβήσασα: stupì, ma obbedì, riconoscendo che in fondo il figlio non aveva torto. — βεβήκειν: il ppf. è efficacissimo a indicare la pronta obbedienza di Pen. Ricorda il tempus erat di Hor., alla notizia della morte di Cleopatra, che lo riempie di patriottica esultanza: nunc est bibendum!...