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68 | odi |
Niuna il suo trono invidïò, che il lento
55figlio aspettasse, tuttavia, lunghe ore,
nell’abituro battuto dal vento.
Niuna mutato il suo pur mesto cuore
col cuore avrebbe, che tu hai trafitto;
niuna, nel mondo in cui si piange e muore;
60fuor che tua madre, dopo il tuo delitto!
vii
Or ella ha pace, e tu non l’hai: ti sento
gemere, o figlio. E sorge una lunga eco
nel cavo sonno al tacito lamento.
Tu non lo sai, quel sangue, più, nel cieco
65errare: incontri i sogni che lo sanno;
ed un eterno calpestìo vien teco.
O nell’immoto sonno ombre che vanno!
Io piando, o figlio, sopra il tuo destino;
piango per ciò, che non t’uccideranno,
70ti lasceranno vivere Caino!
viii
Son io che uccisi forse; io che da’ lidi
lontani, senza disserrar le porte,
venni, e ti parlo; e piango, perchè vidi.