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A CIAPIN


Quella vendemmia ch’hai deposta, senza
libarne, pura, nel cellier di sotto,
tre anni fa, per l’ora che in licenza
                              4venga Pinotto;

quella vendemmia che sgorgò dal cerro
del masso, credo; ch’odïò la fonte;
ch’altra non ebbe tanto del tuo ferro,
                              8ferreo Piemonte;

quella vendemmia che ribollì scossa
tutta da un cupo palpito alla prima
luna di marzo, come l’onda rossa
                              12d’Abba Garima;

e ch’ora tiene nel suo forte vetro,
come in un muto e forte cuor, costretta
l’ira d’allora e il lungo pensier tetro
                              16della vendetta:

Ciapin fedele, frema negli oscuri
vetri segnati dalla cauta cera,
quella vendemmia! resti ancor, maturi
                              20quella barbèra!